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Pianificazione fiscale, stretta sui consulenti



Dal 2020 i consulenti fiscali dell’Unione europea avranno l’obbligo di comunicare alle proprie amministrazioni tutti gli «schemi fiscali aggressivi» di cui sono parte.

L’Ecofin, il consiglio dei ministri dell’economia dell’Unione europea, ha approvato all’unanimità la proposta di direttiva della commissione volta a rafforzare la trasparenza implementando un nuovo strumento contro la pianificazione fiscale aggressiva transfrontaliera.


La direttiva, deonominata Dac6, arriva in concomitanza al documento dell’Ocse «Mandatory disclosure rules», che contiene le linee guida per l’invio obbligatorio dei dati alle autorità fiscali.


Il provvedimento europeo, che segue i principi previsti dall’Ocse, rappresenta un tassello aggiuntivo delle misure internazionali contro l’evasione fiscale.


La direttiva richiederà agli intermediari quali consulenti fiscali, contabili e avvocati che progettano e implementano schemi di pianificazione fiscale, di segnalare gli schemi che, secondo criteri stabiliti, possono essere considerati potenzialmente aggressivi.


Tali dati, che saranno comunicati alle amministrazioni fiscali degli stati membri, dovranno essere automaticamente raccolti attraverso un database centralizzato a disposizione di tutti gli stati dell’Unione europea.


Lo strumento, secondo la Commissione, consentirà di visionare la pianificazione fiscale in corso e «determinare in anticipo i rischi di elusione fiscale e di adottare misure per bloccare accordi dannosi per il fisco degli stati Ue». A ciò dovranno conseguentemente corrispondere delle sanzioni da applicare dagli stati con lo scopo di far rispettare gli standard di trasparenza.

Dai recenti scandali di Panama e Paradise papers è emerso come gli stati abbiano sempre più difficoltà a proteggere le proprie basi imponibili dall’erosione; le strutture di pianificazione fiscale transfrontaliera attuate da esperti e professionisti, infatti, «diventano sempre via via più sofisticate ed è quindi necessario nuovi strumenti per individuarle», dichiara Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici.

La direttiva stabilisce quindi dei criteri per identificare quali siano i tipi di schemi da segnalare alle autorità fiscali.

Tuttavia, l’obbligo di segnalazione di un programma non implica necessariamente che questo sia dannoso, ma piuttosto che potrebbe essere di interesse per le autorità fiscali e accendere un faro per effettuare controlli più approfonditi.

«L’obiettivo è di identificare e fermare quegli schemi che non abbiano finalità legittime, in quanto la maggior parte di questi ha comunque finalità non fraudolente», continua Moscovici. Una strategia che gioca quindi sulla prevenzione: «Se le autorità ricevono informazioni sugli schemi di pianificazione fiscale aggressivi prima di essere implementati, saranno in grado di individuare eventuali falle prima che le entrate vengano perse», spiega ladislav Goranov, ministro delle finanze della Bulgaria, che attualmente detiene la presidenza del Consiglio. La direttiva ora dovrà essere tradotta in tutte le lingue ufficiali dell’Unione e sarà quindi adottata dal Consiglio senza ulteriori discussioni. Gli stati membri avranno tempo fino al 31 dicembre 2019 per recepirla a livello nazionale. I nuovi obblighi di segnalazione si applicheranno a partire dal 1° luglio 2020, con obbligo di scambio ogni tre mesi, il primo scambio automatico verrà completato entro il 31 ottobre 2020.




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